Breve storia dell'analisi bioenergetica img_home

Con il libro L'espressione delle emozioni negli uomini e negli animali di Charles Darwin incontriamo la pietra miliare nello studio dei mezzi non verbali di comunicazione in psicologia e in etologia. L'autore considera i mutamenti di espressione del volto e del corpo come il primo mezzo di comunicazione tra madre e figlio. Dal sorriso o dal cipiglio del volto della madre il bambino si sente incoraggiato o disapprovato. La stessa espressione del volto offre significato vivificante alle parole passibili di interpretazioni differenti. La comunicazione espressiva di un volto è sufficiente per provocare emozioni, come d'altro canto ogni repressione delle manifestazioni esteriori facciali e corporee trattiene le nostre emozioni.
L'ottica di Darwin sull'importanza dell'espressione corporea è esposta nel 1872, con anticipo rispetto alla psicoanalisi freudiana; Wilhelm Reich fu il primo allievo di Freud che, lavorando nel campo della psicoanalisi, avvalorò ed elaborò la tesi di Darwin.
Reich non si accontentò del lavoro fatto sull'inconscio ma andò oltre, prima studiando gli elaborati sistemi di difesa che la nevrosi costruisce per proteggersi dal mondo esterno ed interno, poi effettuando studi biofisici sulla corazza muscolare che blocca il libero flusso dell'energia.
L'accezione reichiana di energia si muove sull'elaborazione del concetto di energia vitale di Bergson, ove si rivalutano la natura, la cultura e l'essere umano, e sul concetto marxista dell'energia umana invariabilmente trasformata in forza lavoro.
La lunga esperienza terapeutica indusse Reich a verificare sperimentalmente la presenza di un'energia universale che si specifica sia negli esseri viventi, che in tutto ciò che ci circonda, a livello biofisico e astrofisico. Pertanto il principio astratto e filosofico di energia, avvalorato per secoli dalle religioni o dalle filosofie in genere, diviene prova scientifica: conoscere l'energia dell'uomo è conoscere l'universo.
Con i concetti di libido e di inconscio, Freud rende possibile un approccio biofisico alla dicotomia esistente fra energia che si specifica nell'uomo ed energia cosmica universale. Per Freud abbiamo un'energia sessuale definita libido ed una pluralità di pulsioni.
Con Jung abbiamo un'unica energia universale, la cui esistenza viene riscontrata negli studi comparati dei miti e delle religioni.
Con Reich si avvalora e si dimostra biofisicamente ed astrofisicamente il concetto junghiano di un'unica energia universale. Con questa scoperta la psicoanalisi tradizionale, essenzialmente verbale, lascia in parte il suo posto alla "analisi bioenergetica", cioè ad esercizi corporei basati sullo scioglimento della corazza muscolare ed il fluire della bioelettricità contratta nel nostro corpo.
L'approccio di Reich fu poco compreso poiché l'enfasi posta sull'espressione corporea non era assolutamente in linea con l'orientamento generale degli altri psicoanalisti. C'è da porre in rilievo altresì che se la scoperta dei desideri inconsci nascosti alla coscienza vigile dell'uomo suscita ancora oggi tanta paura e diffidenza, figuriamoci come nel 1935 viva una psicoanalisi che prende in considerazione l'espressione corporea.

Maria Alborghetti