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Questo è un argomento molto ampio e di natura anche
abbastanza nuova, perché per anni la psicologia ha posto la sua attenzione
soltanto sulla relazione madre - figlio.
Il motivo è storico: per secoli gli
uomini sono stati assenti da questo ambito, infatti andavano in guerra, a
caccia, mentre ora sono solo presi dal lavoro, quindi un po' più presenti in
famiglia. Nell'uomo, attualmente troviamo ancora l'archetipo che demanda alla
madre tutto quanto concerne la crescita dei bambini. Per questo motivo la
psicologia si è concentrata sulla relazione madre-figlio, ma adesso, finalmente,
si è cominciato a comprendere che è importante occuparsi della relazione marito
- moglie e quindi anche padre - figlio. Si è constatato, che la crescita
armonica del bambino è anche collegata ad una buona relazione tra padre e madre
durante il periodo di gestazione.
Risulta evidente la vastità di questo nuovo
approccio e la difficoltà conseguente di parlarne compiutamente in una sola
serata; bisognerebbe iniziare dalla relazione di coppia e da tutta la storia
individuale dei due futuri genitori. Ho scelto come punto di partenza della mia
conferenza il complesso di Edipo a suo tempo postulato da Freud, poiché questo
complesso è preso in considerazione da molte teorie psicoterapeutiche.
Nei
disegni che seguono ho visualizzato i due schemi: per il maschio il complesso di
Edipo e per la femmina il complesso di Elettra.


La formazione psicologica del futuro padre, ossia del
maschio, si struttura soprattutto con la formazione del complesso di Edipo, che
avviene verso i tre anni, idealmente dovrebbe risolversi intorno ai sei anni,
ma possiamo dire che in realtà non si risolve mai.
Secondo il mito, il fato
aveva predetto che Edipo avrebbe ucciso il padre per sposare sua madre e avere
figli da lei. Per questa ragione il neonato fu allontanato: l'illusione dei
genitori era che Edipo, non conoscendoli, non avrebbe potuto compiere la
tragedia predetta ma fu proprio questa decisione che fece realizzare quanto era
stato preannunciato.
Amare la madre e sentirsi rivale del padre è il destino
dei maschi, mentre uccidere il padre e sposare la madre è il fato che non si
realizza mai perché i componenti della famiglia si conoscono tra loro. Nel
racconto mitologico invece è proprio a causa della non conoscenza reciproca che
Edipo, divenuto grande, dopo una diatriba con uno sconosciuto, uccise il padre.
Poi sposò la moglie di quest'ultimo, ossia la propria madre, ed ebbe dei figli
da lei; entrambi erano inconsapevoli della loro strettissima parentela perché
non si erano mai visti prima. Freud, in seguito al suo lavoro di psicoterapeuta,
scoprì questo complesso veramente importante, strutturante o destrutturante a
secondo di come viene vissuto. Egli constatò che il bambino ama la madre e la
vorrebbe solo per sé, escludendo il padre, contemporaneamente e inconsciamente
comincia a sentirsi in colpa e a fantasmatizzare il timore della castrazione e
delle punizioni paterne. Osservò anche che la bambina nel primo anno di vita ama
solo la madre, poi sposta questo sentimento verso il padre e inconsciamente si
sente rivale della madre. Anch'essa teme gravi punizioni materne. Questo accade
perché nell'inconscio abbiamo strutture archetipiche, ossia formazioni
biopsichiche proprie della storia dell'essere umano, collegate al DNA, ne
abbiamo una comprova nella storia latina e greca dove troviamo casi di
castrazione di figli o nipoti da parte di padri, zii o nonni che temevano di
essere spodestati. Ulteriori conferme ce le offrono le fiabe. Per cui il bambino
non solo inconsciamente teme la punizione del genitore di sesso opposto, ma
entra anche in contatto con l'archetipo della castrazione fisica o psichica. Ciò
si manifesta nei comportamenti oppure in malattie psicosomatiche, angoscie,
fobie.
In questa fase la figura del padre è ancor più importante di quanto
poteva essere durante la gestazione, perché ora il bambino ha bisogno di essere
sostenuto a viversi tranquillamente il suo amore per la madre, ma nel contempo
aiutato a differenziarsi da lei. La bambina a sua volta ha bisogno dell'amore e
del sostegno materno per trovare una soluzione al suo conflitto. In altre
parole, il bambino nasce in simbiosi con la madre per cui ha difficoltà a
differenziarsi e decondizionarsi, egli ha respirato e si è nutrito attraverso,
la quale a sua volta l'ha tenuto nel suo vengtre nove mesi, lo ha allattato al
suo seno, gli ha fatto il bagno, lo ha accudito, si sente un solo nucleo con il
figlio, per cui si vive la stessa difficoltà, il marito può solo aiutarla a
differenziarsi dal suo bambino agevolando quest'ultimo a divenire sempre più
autonomo e facendo sentire sua moglie molto amata. Questo è un compito
abbastanza difficile da svolgere, per il marito - padre, soprattutto se non ha
risolto il suo "Edipo", perché sente empaticamente ciò che accade nell'inconscio
del figlio e lo filtra attraverso il suo complesso.
Nelle famiglie non tutto
avviene nel campo della comunicazione verbale, bensì gran parte di essa è
preverbale, questo spiega l'indispensabilità di avere una dialettica positiva
col proprio inconscio, onde purificarlo di volta in volta.
In una dialettica
positiva e costruttiva noi possiamo conoscere bene le nostre dinamiche, riuscire
ad accettarle, riuscire ad elaborarle e convogliarle in modo creativo. Se il
padre non ha elaborato il suo vissuto inconscio relativo al legame edipico, automaticamente
vive inconsciamente il figlio come un rivale pericoloso, entra in ansia perché lo ama ma nel contempo lo teme, ne è invidioso, compete con lui.
Queste proiezioni possono amplificarsi se il padre ha avuto fratelli e sorelle,
in tal caso può riviversi, attraverso la moglie e il figlio, le rivalità e le
gelosie provate nella sua infanzia. Inoltre, in una relazione di coppia esistono
varie dinamiche che ho approfondito nella precedente conferenza. In questo
contesto è utile premettere alcuni postulati della psicologia analitica
junghiana per comprendere meglio alcune dinamiche fondamentali delle relazioni
familiari.
Jung parte dall'idea che oltre ad esistere un inconscio
personale, come aveva già scoperto Freud, esiste un inconscio collettivo in cui
albergano antiche memorie universali che nella totalità dell'essere umano
agiscono a livello biopsichico, tali memorie egli le definisce "archetipi". Gli
archetipi più vigorosi e comuni che si manifestaino nei sogni e nei
comportamenti di tutti sono:
1) anima: aspetto femminile, sentimentale, romantico, creativo e
fecondo.
2) animus: aspetto maschile, razionale, eroico e sociale
3)
ombra: istinti primordiali considerati collettivamente negativi, quali
l'invidia, la perversione, l'inganno, il furto, l'omicidio, la stupidità, la
cupidigia, l'incesto ecc.; ossia tutte quelle pulsioni distruttive e
perverse.
4) maschera sociale o persona: quella parte di noi che si manifesta
attraverso lo status sociale. Ad esempio il vigile lo riconosciamo dalla sua
divisa.
5) sé: la totalità globale che contiene l'Io e tutti gli archetipi in
armonia tra loro, sintonizzando mente, corpo e spiritualità, conferendo
l'autoespressione dei sentimenti che manifestano l'ampiezza totale
dell'essere.
L'armonia personale è dettata da una dialettica costruttiva tra
questi archetipi e una profonda respirazione. Se umilmente riusciamo ad
integrare ed accettare l'archetipo dell'ombra diveniamo più sani e sintonici con
noi stessi, con il prossimo e con l'universo. La rimozione dell'ombra ci spinge
a vivere in un falso ideale dell'Io quindi nella identificazione dell'archetipo
della maschera sociale, ossia lo status economico e lavorativo. Tutto ciò ci
allontana dai veri sentimenti di amore, perpetua ed aumenta le stasi di energia
strurratesi nella prima infanzia.
Così pure l'integrazione dell'animus nella
donna la renderà piacevolmente femminile ma nel contempo capace di realizzarsi
nel mondo del lavoro e di comprendere amorevolmente la natura
dell'uomo.
L'integrazione dell'anima nell'uomo lo rende più creativo nel
lavoro, più sentimentale, capace di interagire armonicamente e amorevolmente con
la donna e con tutto l'universo.
Nel periodo iniziale dell'innamoramento, c'è
la proiezione reciproca dell'ideale dell'Io e della "Maschera Sociale", cioè
tutto quello che ognuno di noi vorrebbe essere. Successivamente si creano
reciproche proiezioni e identificazioni delle figure familiari significative:
padre, madre, "Anima" e "Animus". Oppure ci si può identificare nei propri
genitori e proiettare sul partner la parte di sé rimasta bambino. Oppure può
accadere che una persona fortemente identificata nell'ideale dell'Io e nella
maschera sociale, proietti sull'altro la prorpria "Ombra". In personalità
fortemente narcisiste c'è una proiezione reciproca di se stessi. Le persone che
credono di essere forti perché identificate nella loro corazza difensiva
proiettano sul loro partner tutta la personale debolezza. Quando l'Io è
particolarmente confuso le proiezioni sono variegate e accavallate tra
loro.
Quando due persone sono in coppia possono reciprocamente
proiettarsi i vari archetipi in senso positivo o negativo a seconda di come le
reciproche personalità sono armoniche con se stesse o meno. La medesima dinamica
proiettiva avviene con i figli.
Porto un esempio esplicativo: un uomo nato in
un paesino del sud aveva una madre completamente dedita al marito, a lui, figlio
unico, e alle tante figlie delle sorelle più sfortunate. Essa era molto
silenziosa e laboriosa, infinitamente disponibile... morì a soli 45 anni di
cancro allo stomaco. Il figlio la esaltava e diceva: "ha preferito morire, pur
di non ribellarsi mai a nessuno, sopportava la vita in silenzio". Quest'uomo
sposò una milanese, emancipata che negli anni Venti viaggiava, guidava
l'automobile, andava a ballare e sciare, era molto vistosa nell'abbigliamento,
molto ribelle ed aggressiva. Però... il medesimo fece una novena a San Nicola
sperando di riavere sua madre attraverso una figlia. Il desiderio fu esaudito ed
iniziò ad insegnare alla bambina, di soli due anni, ad accudire la casa
ripetendo sovente: "ti ho chiamata come mia madre perché tu possa essere buona
come lei, tua nonna non rispondeva mai male a suo marito e a nessun altro, si
dedicava solo alla casa e al prossimo, preferì morire di cancro allo stomaco pur
di non ribellarsi alla sua vita di sacrificio. Tu, figlia mia, non devi essere
come la tua mamma, perché lei è una ribelle, cattiva, non è un esaempio da
seguire..."
Cosa accadeva nell'inconscio di quest'uomo?
Lui razionalmente aveva strutturato una forte idealizzazione materna, ma inconsciamente
non riusciva ad accettarla nè ad approvarla, tanto che aveva abbracciato una
vita avventurosa e trasgressiva. Forse aveva introiettato l'"Ombra" della madre,
la quale pur di non renderla visibile si era così repressa tanto da morire di
cancro allo stomaco (si veda l'articolo "malattia S.O.S.
corporeo" e "L'insostenibile
colpa della felicità". La povera donna molto probabilmente fu obbligata
a congelare tutti i suoi desideri di evasione e di protesta rivolti ad un collettivo
ingiusto verso le donne; posso ipotizzare che lei fosse obbligata, suo malgrado,
ad aderire alle rigide regole imposte dai suoi tempi storici (primi del Novecento).
L'uomo di cui stiamo trattando, ha vissuto la parte inconscia materna in prima
persona e l'ha proiettata nella donna che ha sposato. In questi casi si perde
il contatto con le proprie radici tanto che si rischia di perdere il proprio
equilibrio, per cui l'istinto di sopravvivenza spinse questo padre a ritrovare
le sue basi stabilizzanti nel pretendere di rivivere sua madre attraverso sua
figlia. Il legame edipico con la madre, mai risolto, lo spinse anche ad avere
un atteggiamento, inconscio, molto seduttivo, così come lui forse lo ebbe verso
sua madre da bambino e come, ipoteticamente, lo ebbe sua madre verso di lui.
è importante evidenziare che un edipo non risolto è determinato spesso da un
genitore seduttivo ed altrettanto edipico. Purtroppo il comportamento si pepetua
per generazioni finchè qualcuno non diviene consapevole del problema ed inizia
a lavorare psicologicamente sull'inconscio e sul corpo fino a liberarsi dal
complesso.
Il padre edipico e seduttivo vincola a sè la
figlia per tutta la vita, produce in lei seri problemi nella relazione con la
madre e nella relazione sentimentale con gli uomini. Nel caso di un figlio può
essere dannoso perché si sente rivale. La problematica del caso citato, la
possiamo così sintetizzare: lui viveva in prima persona la trasgressione e la
protesta inconscia di sua madre, nel contempo manteneva a vita una relazione con
la madre reale, santificata e idealizzata, attraverso sua figlia. Se quest'uomo,
contrariamente, si fosse identificato nella madre idealizzata e avesse sposato
una donna come lei egli avrebbe preteso di viversi la parte ombra trasgressiva e
ribelle attraverso la figlia, inducendo quest'ultima, inconsciamente, ad essere,
per esempio, una pornostar o qualcosa del genere.
Nell'uomo un complesso
edipico non risolto danneggia in vari modi la prole, sia femminile che maschile,
creando anche numerosi problemi con sua moglie. Quest'ultima, talvolta, per
sottrarre la figlia dalla seduzione paterna, manda a monte il matrimonio con
gravi ripercussioni su tutta la famiglia. In questo caso, la figlia a sua volta
viene assimilata dalla madre e sente ostilità per il padre; il sentimento
negativo verrà esteso contro tutti gli uomini, ella avrà difficoltà ad integrare
un animus positivo. Altre volte accade che la figlia si identifica nel padre, se
egli è realizzato socialmente, ella da adulta si realizzerà nel lavoro assumendo
un ruolo maschile. Se contrariamente è un fallito, sarà una fallita anche lei
assumendo una protesta fallica sterile nell'amore e nel lavoro. In tal caso i
problemi di coppia che dovrà affrontare saranno sempre difficili e
conflittuali.
Può accadere che l'uomo si allontani dalla famiglia perchè
angosciato dalle fantasie inconsciamente erotiche verso la figlia adolescente,
talvolta può anche avvenire che si innamori di una coetanea della figlia. Tutto
ciò è vissuto dalla prole in modo devastante, il tradimento e l'abbandono sono
vissuti in modo più sconcertante.
Quando la madre sottrae il figlio dalla
rivalità paterna, il ragazzo rischia di identificarsi nella madre per cui avrà
difficoltà a trovare soddisfazione nell'amore e nel lavoro.
Le problematiche
edipiche non risolte di un uomo, spesso si affacciano nel momento in cui inizia
a desiderare un figlio. Ogni uomo ha il diritto di procreare, però se la sua
personalità è il prodotto di antiche situazioni traumatizzanti non risolte, il
desiderio di paternità è spesso inquinato e distorto da spinte pulsionali
nevrotiche e competitive che in tempi futuri creeranno seri problemi alla prole
nonchè alla coppia.
Si può credere di migliorare una comunicazione di coppia
conflittuale o personale mettemdo al mondo un bambino, si può nutrire
l'illusione di sentirsi realizzati attarverso un figlio, si può sperare di avere
alcuni benefici divenendo padre e così via... Ognuno di questi motivi porterà
spesso a forti delusioni e conflitti familiari.
Purtroppo la preparazione al
parto avviene, se avviene, negli ultimi tre mesi di gestazione, ossia dal 6°
mese in poi, spesso è presente solo la donna, i futuri padri sono sovente
assenti. È utile riflettere sulle teorie di Freud, egli asseriva che per
migliorare la società, tutte le coppie dovrebbero analizzarsi prima di sposarsi
in modo da affrontare la fecondazione con grande consapevolezza.
Ora che
abbiamo anche il contributo terapeutico dell'analisi bioenergetica, bisognerebbe
entrare nell'ordine di idee che la preparazione al parto dovrebbe iniziare dal
1° mese ed in coppia. Il lavoro bioenergetico nel sciogliere tutte le tensioni
muscolari a partire dalle dita dei piedi e lentamente giungere anche alla
muscolatura facciale e craniale, aiuterebbe i coniugi ad affrontare l'arrivo di
un figlio con il cuore e la mente più aperte all'amore e alla creatività.
Liberare il corpo dalle tensioni e dalle stasi di energia può anche agevolare
nei genitori, un'armonia tra gli archetipi più importanti, già citati. Può
sintonizzare ed equilibrare l"Ideale dell'Io", l'"Ombra" ed il legame
problematico Edipico.
Nel creare un'orchestrina interna tra il bambino, il
fanciullo, l'adolescente, e il genitore saggio, i padri possono essere veri
adulti, capaci di amare e aiutare i figli a crescere sani
psicologicamente.
In questa fase l'uomo vive talvolta la sua donna come la
madre e se stesso come il bambino, in altri momenti si identifica in suo padre e
proietta nella partner se stesso bambino trattandola come lui stesso fu trattato
dai suoi genitori. Se ha risolto il complesso edipico essendosi a suo tempo
identificato nel padre e successivamente differenziato dallo stesso trovando una
sua individualità, stabilirà con sua moglie un rapporto equilibrato. Ciò avviene
quando il bambino è stato sostenuto dal padre (figura).
Se questo sviluppo
non si è compiuto, l'uomo potrebbe sentirsi all'interno della coppia come il
figlio e allora potrebbe entrare in competizione con il nuovo nato, in tal caso
sentirebbe la moglie come sua madre. Questo potrebbe anche essere un momento
positivo per sentirsi in entrambi i ruoli, come figlio e come padre, nel senso
che se ha superato il suo complesso edipico, proiettandosi sul figlio, anziché
essere rivale, geloso, invidioso, competitivo, entrerebbe empaticamente in
sintonia con le emozioni del bambino, sarebbe pronto a percepirne i bisogni,
prima ancora che il figlio li esprima, per soddisfarli o contenerli.
Non
tutti i bisogni debbono essere soddisfatti: la capacità di contenere da parte di
un uomo è importante non solo nei confronti dei figli ma anche nei confronti
della moglie. Molto spesso accade che le donne, identificandosi con le proprie
madri che anticamente gestivano con potere la situazione familiare e la prole,
poiché i mariti andavano in guerra o a caccia, ancora oggi vogliono tenere la
medesima egemonia. A questo punto l'uomo deve essere capace di non contrastare
ma contenere sia la donna madre sia il figlio, aiutandoli a differenziarsi e
allontanarsi reciprocamente dalla simbiosi, in modo positivo e creativo.
Qualora il complesso di Edipo non si sia risolto
positivamente nel padre, l'empatia avrà connotazioni negative, sia nei confronti
del figlio che della moglie, e si manifesteranno sentimenti di rivalità, di
invidia, di competizione, di non accettazione delle differenze di ruoli e delle
situazioni al femminile e al maschile. Se invece il complesso di Edipo si è
risolto positivamente, l'uomo divenuto padre vivrà processi empatici positivi,
cioè avvertirà i bisogni del figlio e della madre e saprà soddisfarli con gioia,
o saggiamente contenerli; qualche volta è importante anche saper contenere per
dare ad ognuno i giusti confini. Per l'uomo è molto difficile contenere e
bilanciare i rapporti familiari, sia tra la moglie e i figli sia tra la propria
famiglia e quella d'origine, spesso si lascia completamente inglobare da una
figura femminile dominante, danneggiando così se stesso e i suoi
figli.
Di seguito vediamo varie raffigurazioni delle situazioni
comunicative familiari:
SITUAZIONE SANA
Moglie e marito (padre e
madre) comunicano tra loro nella stessa quantità e qualità con cui comunicano
con il figlio. Però ognuno di loro ha un suo spazio personale. In questo caso
abbiamo la salute psicofisica.
SITUAZIONE PATOLOGICA.
Voglio
stemperare questa terminologia, che si legge nei libri di psichiatria, usando
l'espressione "SITUAZIONE DI SQUILIBRIO COMUNICATIVO", che è in realtà la
situazione più frequente.
Si riscontra spesso la situazione in cui il padre
viene escluso dal rapporto con i figli, la responsabilità va ricercata anche
nella volontà della moglie di gestire completamente la situazione familiare, ciò
è determinato dall'identificazione con precedenti modelli vissuti da sua madre,
modelli che non sono stati evidentemente né elaborati né criticati in senso
positivo dalla donna. Accade anche che l'uomo non sia capace di contenere questa
situazione e in più, non avendo risolto il proprio complesso di Edipo, proietta
nel figlio le sue emozioni negative e preferisce quindi farsi da parte lasciando
il campo libero a sua moglie. Da questo comportamento ottiene anche dei benefici
secondari: può fare quello che gli pare e piace, cioè può fare di nuovo
l'adolescente, "figlio" (come nella sua famiglia di origine) ormai libero da
ogni responsabilità. In tal caso il bambino viene completamente inglobato dalla
madre, ha poco spazio per sé stesso, non ha né la possibilità di risolvere il
suo Edipo né tantomeno di identificarsi in suo padre che risulta essere una
figura assente, un fantasma.
Oppure, peggio ancora, abbiamo il tipo di uomo
completamente debole che da bambino fu inglobato dalla madre e oggi si fa
inglobare dalla moglie.
Nel disegno il cerchio piccolo, che rappresenta il
marito è dentro quello rosa, che rappresenta la moglie.
In questa situazione
il figlio è escluso, quindi non può né amare la madre né identificarsi col
padre. Il figlio non trova mai sostegno in questa figura ausiliaria di padre
sempre condiscendente con qualsiasi cosa, giusta o sbagliata, dica la moglie;
quando fosse il padre a esprimersi erroneamente a sua volte la madre si trova
allineata alle opinioni del marito. Questo bambino ha davanti a sé un muro, due
nemici, anziché due persone che lo sostengono. Mi capitò una volta un caso
davvero eclatante, dove mi meravigliò il fatto che il padre fosse un pediatra.
Egli diceva al figlio, di 7-8 anni, più volte varie frasi in latino, tra le
quali la peggiore mi sembrò: "stai zitto che ti sopporto a malapena, io volevo
una figlia femmina, invece tu sei un maschio". E il bambino: "Perché volevi una
femmina?" e il padre: "Perché i maschi sono più brutti delle femmine" al che il
bambino, molto intelligente che aveva imparato da solo ad adottare dei
meccanismi di difesa positivi: "Ma anche tu non sei veramente bello come vorrei,
però ti voglio bene e ti accetto come sei". A quel punto è intervenuta la madre
a sgridarlo pesantemente dandogli perfino uno schiaffo, perché non si doveva
permettere di rispondere male al padre, quando in fondo aveva dato una risposta
più che tranquilla, logica e anche intelligente. Nel semivivo, molto spesso la
difesa è quella della testa, cioè utilizzare l'intelligenza e l'intuito. Se tale
forma di difesa non si instaura, queste persone da adulte divengono borderline,
o sono quelle che incontriamo in ospedale con gravi malattie organiche o
psichiche, proprio perché non hanno avuto nessun tipo di sostegno da entrambi i
genitori. Abbiamo inoltre la situazione di molte coppie che si separano perché
c'è troppa diatriba tra loro, dove marito e moglie non comunicano o litigano
ignorando il figlio. Questo lo noto soprattutto tra famiglie molto povere o
molto ricche, le coppie più agiate affidano il figlio alla baby sitter, lo
colmano di regali di oggetti, magari di soldi ma loro non sono presenti. Nelle famiglie povere avviene che entrambi i genitori sono
strenuamente impegnati nel lavoro o rifugiati nelle malattie psicosomatiche,
nella loro disperazione e lasciano i bambini in collegio o da soli o tante ore
nel nido d'infanzia. Talvolta è accaduto che i genitori si siano dimenticati di
andarli a prendere lasciandoli nella solitudine e nell'angoscia abbandonica.
Quando va bene sono dimenticati nella scuola. quando va male sono del tutto
lasciati a se stessi, soli in casa. In questi frangenti, il bambino anche se non
comunica con la madre, si lascia inglobare totalmente da lei, perché è da lei
che è nato, è da lei che un minimo di attenzioni ha ottenuto, quindi la
idealizza e la introietta. Solo l'intelligenza, o madre natura, o chissà quale
genio miracoloso, fa sì che, nonostante tutto, queste persone crescendo riescano
a trovare un equilibrio e ad evitare che entrino nel gruppo di coloro che hanno
gravi scompensi psicologici dannosi per se stessi e per la società.
Dopo questa esposizione posso sintetizzare i concetti nei
disegni seguenti.
Come nel disegno, il neonato ha dentro di sé l'amore e il
piacere della vita, poi crescendo, il fanciullo è giocoso, creativo e
fantasioso, divenendo adolescente apre il cuore al romanticismo, in seguito il
giovane adulto ha relazioni d'amore, vive l'avventura, sperimenta variegati
lavori, sport e viaggi, proseguendo il cammino diventa un adulto maturo. Il vero
adulto è quello che man mano conserva tutte queste parti positive e ha un vero
contatto con la realtà e la responsabilità. L'adulto crea una piccola barriera
psichica per proteggere la parte di sentimento e di creatività infantile. Se
disgraziatamente nella prima infanzia ha sofferto, per sopravvivere ha dovuto
crearsi una corazza. è nella prima infanzia che si comincia a trattenere il
respiro per evitare un dolore insopportabile, però così facendo si creano grandi
stasi d'energia come possiamo vedere nella figura seguente "A".

Questa sana difesa per sopravvivere alle forti emozioni di
dolore e rabbia produce la corazza creando le stasi di energia disegnate nella
figura A, oppure alcune di queste. A secondo del luogo dove si localizza
il blocco creano una corazza difensiva che determina il carattere; tutto
ciò è
stato scoperto da W. Reich ed in seguito approfondito da Lowen.
Nel grafico
"B" abbiamo una situazione ideale: l'energia scende fluidamente dalla testa fino
ai piedi scorrendo per tutto il corpo, attraversando anche il cuore.
In
questo grafico possiamo constatare che l'energia crea un unico collegamento tra
tutti gli organi del corpo a partire dal cuore. Per questo motivo è necessario
prendere in considerazione la totalità dell'essere umano in qualsiasi forma di
disagio o di patologia.
Nella figura "A" vediamo l'energia che, tornando
indietro e dividendo ogni singola parte corporea, non solo può creare malattie
psicologiche, ma anche gravi patologie organiche; questo è l'espressione della
nostra storia infantile. Le malattie che abbiamo durante la vecchiaia sono la
sintesi di tutte le contrazioni energetiche e le difese che abbiamo strutturato
sin dalla nascita. Nei primi cinque anni di vita tutte le difese sono già
strutturate. Man mano che andiamo avanti diveniamo l'epilogo più o meno
armonioso, più o meno disastroso, della nostra infanzia. A secondo di dove si
localizzano le stasi d'energia (figura A), ci comportiamo, sentiamo e pensiamo. Quando viviamo nella corazza difensiva nella testa
albergano pensieri negativi e talvolta anche perversi, in luogo di pensieri
positivi; nel cuore anziché l'amore possiamo sentire il dolore, la freddezza, la
distanza verso gli altri, il sadismo e l'odio; nella pancia possiamo impedirci
di provare il piacere della vita, che non è solo il piacere sessuale o
sentimentale ma anche la gioia di lavorare, vivere pienamente riuscendo a
conservare creatività, giocosità, fantasia, avventura (figura precedente),
mantenendo allo stesso tempo il grounding, il contatto con la realtà. Quando il
piacere di vivere è viscerale, la persona è capace di lavorare con entusiasmo e
organizzarsi contemporaneamente situazioni di vita piacevoli, mantenendo
relazioni d'amore con la propria partner, figli, parenti, amici e
colleghi.
Questa immagine è un ideale, perché purtroppo quando si nasce non
possiamo sfuggire alle frustrazioni delle interferenze comunicative familiari,
conseguentemente per trovare un adattamento alla vita siamo costretti a creare
la corazza caratteriale, tanto che abbiamo, come nel disegno seguente, un Io
fragile dove inconsciamente c'è molto odio e l'amore è completamente
congelato.
In realtà, secondo quello che si vede nella precedente figura,
l'amore nell'essere umano rimane sempre quello del bambino appena nato. A questo
proposito racconto un'esperienza bellissima accaduta mentre uno dei miei allievi
faceva il cavalletto bioenergetico (che vedremo nel prossimo cortometraggio
sull'analisi bioenergetica). Egli, nell'approfondire la respirazione pettorale
ha visualizzato un grande cuore nero che si spaccava in mille pezzi, ne usciva
un cuoricino rosso vivo, piccolo da neonato, circondato da una grande luce. In
effetti questa persona, che aveva un infossamento centrale nella parte inferiore
del petto, ha aperto il torace e le spalle, da quel momento ha potuto amare: non
ha più congelato i suoi sentimenti.
Molte persone mi pongono questo quesito:
"In che modo posso essere un buon genitore se ho vissuto relazioni negative
familiari di cui non sono responsabile?". La mia risposta è: gli adulti hanno la
responsabilità di dare ai figli il meglio di sé. Questo meglio non è denaro,
giocattoli, ma amore unito ad una comunicazione soddisfacente, dove
madre-bambino-padre sentono un'empatia positiva, sia nel soddisfare i bisogni
reciproci che nelcontenerli nel momento giusto e nella maniera giusta. Quando si
è vissuto il dramma infantile per mancanza di amore, l'odio è in agguato, le
proiezioni dei propri sentimenti negativi emergono contro i figli, la moglie o
il marito. In questi casi è utile l'analisi verbale e un'analisi del corpo per
elaborare ed integrare anche a livello corporeo, i contenuti inconsci attraverso
l'analisi dei sogni, le libere associazioni e la descrizione dei comportamenti.
Aprire la porta dell'inconscio non è sufficiente, perché tutto ciò che ci ha
traumatizzato nell'infanzia rimane memorizzato nelle cellule creando stasi
d'energia (fig. A). Necessita quindi un'analisi verbale che aiuti ad essere
intellettualmente coscienti, insieme ad un'analisi corporea. Tutto l'odio, tutti
i blocchi presenti nel proprio io corporeo vanno rivissuti emozionalmente per
eliminare le stasi di energia, rafforzare l'Io, radicare tutta la personalità
nel piacere della vita ove fede e spiritualità sono l'energia
vitale.
L'Analisi bioenergetica prevede un lavoro sul corpo individuale ed un
lavoro di gruppo terapeutico, o in classi d'esercizi.
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